Via Puglie, 12 – Località Pragatto di Crespellano
40056 Valsamoggia (Bologna)
051964521
[email protected]


Siamo a Oliveto di Monteveglio (BO) sui Colli Bolognesi a pochi minuti dalla città. Nel 2005 Federico Orsi, dopo studi in ingegneria gestionale e consulenze aziendali, decide di cambiare vita, rileva l'azienda vinicola San Vito con il preciso intento di produrre vini con un'identità, lontani da omologazione e banalizzazione. L'area ha una vocazione storica, le radici enoiche affondano nel medioevo, qui si è sempre prodotto vino. Fa la scelta meno scontata, non ricorrendo a facili uvaggi internazionali e decide di valorizzare il territorio con vini che possano esprimerne l'anima e la ricchezza. Pianterà Pignoletto, Barbera, Alionza, Negretto e altri uvaggi autoctoni. Ma diversamente dall'agricoltura convenzionale decide di non concentrarsi solo sulla pianta quanto piuttosto su tutto ciò che le sta attorno: il suolo e la sua fertilità, la biodiversità di flora e fauna con relativa competizione e l'equilibrio tra i ritmi della natura e le sue forze.
Certificato bio e biodinamico in vigna ed in cantina, decide di non cavalcare commercialmente questa scelta omettendo in etichetta qualsiasi bollino. In vigna nessun utilizzo di prodotti sistemici o fertilizzazioni, solo il corso spontaneo della natura. In cantina vige il rifiuto totale di lieviti selezionati e qualsivoglia additivo. Niente chiarifiche o filtrazioni. E non per scelta di marketing, ma per una scelta di gusto, attraverso la riscoperta di tecniche antiche che valorizzino la vitalità della terra e la portino dritta e fedelmente nel calice.


Scopri tutti i prodotti dei
Vigneti Orsi




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Siamo a Oliveto di Monteveglio (BO) sui Colli Bolognesi a pochi minuti dalla città. Nel 2005 Federico Orsi, dopo studi in ingegneria gestionale e consulenze aziendali, decide di cambiare vita, rileva l'azienda vinicola San Vito con il preciso intento di produrre vini con un'identità, lontani da omologazione e banalizzazione. L'area ha una vocazione storica, le radici enoiche affondano nel medioevo, qui si è sempre prodotto vino. Fa la scelta meno scontata, non ricorrendo a facili uvaggi internazionali e decide di valorizzare il territorio con vini che possano esprimerne l'anima e la ricchezza. Pianterà Pignoletto, Barbera, Alionza, Negretto e altri uvaggi autoctoni. Ma diversamente dall'agricoltura convenzionale decide di non concentrarsi solo sulla pianta quanto piuttosto su tutto ciò che le sta attorno: il suolo e la sua fertilità, la biodiversità di flora e fauna con relativa competizione e l'equilibrio tra i ritmi della natura e le sue forze.
Certificato bio e biodinamico in vigna ed in cantina, decide di non cavalcare commercialmente questa scelta omettendo in etichetta qualsiasi bollino. In vigna nessun utilizzo di prodotti sistemici o fertilizzazioni, solo il corso spontaneo della natura. In cantina vige il rifiuto totale di lieviti selezionati e qualsivoglia additivo. Niente chiarifiche o filtrazioni. E non per scelta di marketing, ma per una scelta di gusto, attraverso la riscoperta di tecniche antiche che valorizzino la vitalità della terra e la portino dritta e fedelmente nel calice.


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